La Stampa e Google

Google, La Stampa e l’importanza dei contenuti

Google sta siglando una partnership con otto provider di contenuti europei. Ne parliamo diffusamente su MCCPost, ma come sempre qui mi ritaglio lo spazio per qualche riflessione più personale.

Prima di tutto, un po’ di sano campanilismo: che l’editore online scelto per l’Italia sia La Stampa di Torino, è senza dubbio una fonte di gioia per un piemontese, e una lezione per tutti: si può fare innovazione, ed eccellere, anche nel nostro “antiquato” Piemonte. Che poi, a ben guardare, fra scoperte vecchie e nuove, proprio tanto antiquato non è (pensiamo a Olivetti, per esempio, o all’aver portato in Italia la rivoluzione industriale, giusto ricollegarmi anche al mio amore per lo Steampunk).

Poi, una seconda considerazione: Google ha Google News, il più potente aggregatore di notizie che la storia ricordi, eppure decide di collaborare con i fornitori di contenuti. Naturalmente ci sono molte motivazioni, di natura diversa, dietro a questa scelta, fra cui quella di risanare una frattura storica fra editori, fornitori di contenuti e Google, accusato di “rubare” utenti proprio a causa di News (anche se chiunque abbia anche solo una vaga idea di come funzioni Internet sa quanto questa speculazione sia infondata). Tuttavia Google, probabilmente anche per calmare le acque, ha messo in pieno un piano che prevede proprio la collaborazione con alcuni dei suoi “potenziali nemici”, probabilmente quelli più propensi alla tecnologia, che probabilmente hanno accettato di buon grado.

Infine, l’ultima osservazione, che si lega maggiormente alla creazione di contenuti, quindi al content marketing, che vorrebbe essere una delle colonne personali di questo blog. Per la verità due, ma una è poco più di un inciso.

Da un lato abbiamo editori tradizionali che, davanti a un prodotto innovativo come Google News, si stracciano le vesti e fanno i capricci, gridando al furto, con schiere di flagellanti al seguito, spesso professionisti dell’informazione rimasti fermi, professionalmente, al 1980. Dall’altro abbiamo editori tradizionali, come La Stampa (che per inciso, è in giro dal 18-maledetto-97, quindi non è propriamente una startup) che colgono le opportunità, innovano e da giornale cittadino diventano parter europei di Google. Mettendo le mani su una fetta dei 150 milioni di euro nel processo. Indovinate a quale delle due fazioni sarà ancora in giro nel 2097…

Infine, l’ultima delle mie opinioni su questa storia: i contenuti di qualità vincono sempre. Certo, il caso dei quotidiani non riguarda propriamente il content marketing, ma il concetto è invariato. Google News sarebbe nulla senza partner che producono contenuti editoriali di qualità, e questi partner a loro volta sarebbero nulla senza contenuti.

Spesso, durante le mie lezioni di web marketing e content marketing porto come esempio provocatorio quello che amo chiamare il caso 4chan (magari ne parlerò diffusamente, prima o poi), per spiegare come il content marketing, in questo caso esasperato nella declinazione di user generated content nel campo dei meme e del trash, possa essere sufficiente da solo per trainare il successo di un sito. Oggi la storia è un po’ diversa da quando è nato il celebre sito, ma un concetto rimane invariato: avere contenuti di qualità significa conquistare raggiungibilità anche nel tempo, credibilità, offrire un servizio importante. Se vogliamo estremizzare, avere contenuti di vera qualità significa poter fare a meno dei trucchetti del SEO, dei vezzi della grafica esasperata e in un impeto di tautologia, direi anche del content marketing stesso.

Google crede nei contenuti. Se dobbiamo credere a Google Trends, anche il resto del mondo inizia a crederci.

Pensateci la prossima volta che dovete pianificare una strategia.

2015 Content Marketing Tactics and Technology Study screenshot

Il Content Marketing nel 2015?

Il Content Marketing, nel campo del web marketing, è la “big thing” del 2015, un po’ come lo è stato lo Storytelling lo scorso anno. Mode e costumi a parte, la sostanza, il punto zero di questo tipo di marketing, è in realtà molto semplice. Alle persone piace leggere contenuti di qualità, che siano interessanti e coinvolgenti e possibilmente non scopiazzati da Wikipedia o da altrove.

Banale? Forse. Ma se leggete lo studio di Curata riportato ieri da Ninja Marketing vedrete come in realtà il Content Marketing si sta consolidando sempre più come una disciplina importante e irrinunciabile. Come accade spesso con questo tipo di ricerche, molti dati confermano quello che è il “sentire” degli specialisti del settore, per esempio il fatto che nel 2015 tre quarti delle compagnie aumenteranno l’investimento nel content marketing, e poco più del 70% producono più contenuti dello scorso anno.

Una nuova corsa all’oro per chi si occupa di marketing e sta cercando un nuovo modo per promuovere i propri clienti? Con calma: il campione utilizzato per la ricerca è costituito per il 52.2% da aziende con ricavi al di sotto dei 10 milioni di dollari, per il 27.3% fra i 10 e i 100 milioni di dollari, per il 9% fra 100 milioni e 1 miliardo e per l’11,5% al di sopra di 1 miliardo di dollari. Con un campione di questo tipo, non stupisce che il 49% delle aziende abbia un responsabile esecutivo per il content marketing. Credibilmente, ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che le statistiche proposte siano applicabili al mainstream.

Comunque, alcuni dei consigli che lo studio fornisce, sono molto interessanti, ne cito due fra tutti (ma se vi interessa l’argomento, scaricate gratuitamente una copia dell’ebook, basta compilare il form nella pagina linkata poco sopra).

La prima, per quanto possa sembrare scontato, è che un buon content marketing, è basato su contenuti di qualità (o curati, come in Curated content nel testo).

La seconda, la riporto testualmente: Build your Owned Media, yet tap into Earned & Paid Media, cioè, a senso: Costruisci il tuo media di proprietà, attingendo dalle coperture e dalle campagne a pagamento. Mi suona molto come una certa Back to home strategy

Niente di nuovo sotto il sole, insomma, solo qualche conferma: il content marketing è in evoluzione, nella percezione delle (grandi?) aziende. Ma le regole per farlo bene producendo contenuti di qualità sono le solite: saper ascoltare, essere attenti, conoscere la realtà, saper scrivere.

Semplice, no?